Ratti
e meduse
sopravvivranno.
Scarafaggi e
capibara
sopravvivranno.
Zanzare, moscerini,
echidne dal morbido muso di
adolescenza post-apocalittica
sicuramente
sopravvivranno.
Noi – tumori maligni
d’origine infausta, contagi
concepiti da ominidi – invece no.
E comunque, a che e chi
gioverebbe se sopravvivessimo?
Un altro secolo spaventoso
è finito
in apatia vanagloriosa e
dolori esibiti, finito
nelle nostalgie argentate della guerra.
Tra alcune migliaia di anni, le stelle
saranno troppo distanti per vederle, lo spazio negativo
del cielo una nuova ecchimosi nella nostra progenie.
Tra alcune migliaia di anni, un figlio
del mio sangue alzerà lo sguardo
alla coppa della notte e bramerà un ricordo.
Gli esseri umani vivono
per trovare significato, per lasciare nitida traccia
di un Perché ineludibile, collettivo.
Immaginate, allora: un crepuscolo
non cosparso di stelle. Ci riuscite?
E comunque, a che e chi
gioverebbe il significato
allora?”
Camonghne Felix, in Freeman’s. Animali, 2023