Papà mi compra dischi di band che non ascolta nessuno dei miei amici. Non mi chiede perché. Gli scrivo un nome su un foglietto. Come sempre bisogna aspettare almeno una settimana, tra gli ordini e le giacenze i tempi sono dilatati, per fortuna che ho ancora da ascoltare un bel po’ di roba che registro dalla tv, collegandola allo stereo. Si tratta di musicassette Sony da 90 minuti grigio trasparenti, belle e spigolose, con gli adesivi da attaccare e gli spazi troppo stretti tra le righe. Ieri ho registrato un concerto e qualche videoclip in formato audio. Ho la funzione anti fruscio, ma nelle orecchie il suono pulito è indistinguibile, plagiato dalle onde elettromagnetiche o dai segnali in fm. Frigge.
leggiUn Trasloco
In un angolo, polvere e scatole, di libri senza pagine sgualcite, solo nomi e lettere in rilievo di testi usciti da redazioni di filologi e letterati.
Dalla finestra il raggio illumina come se la vita fosse in contro luce, con i suoi difetti e le sue armi sollevate dal soffio delle correnti di casa, dagli spifferi e dai corridoi.
È come se Alice avesse saputo tutto questo, senza mai dirlo a nessuno, che lasciare una città fosse semplice come disseminare cuori ovunque, con i suoi passi veloci, stretta nel cappotto, mentre il fiume sotto il ponte, scorreva infreddolito ammantato di vapore.