Avere 40 anni è come trovarsi in bilico tra un’esistenza che non ti appartiene più e un’altra che vorresti far nascere di nuovo, soprattutto per vedere come potresti diventarne personaggio principale, facendo saltare tutte le regole che ti eri imposto fino a poco fa.
Ma ci si riesce davvero? È quello che sembra chiedersi Nicolas Mathieu nel suo nuovo romanzo, dove Hélène, insoddisfatta della propria ordinaria vita di successo, con figli, marito e responsabilità aziendali, cerca una via di uscita. È sempre stata brava Hélène nell’affrontare la vita seguendo al massimo le proprie aspirazioni, fuggendo da una realtà provinciale per concretizzare la propria irreprensibile carriera scolastica.
Christophe invece ha da poco superato i quaranta, era molto bravo nello sport e non ha mai abbandonato il piccolo centro in cui lui ed Hélène erano cresciuti, vende cibo per cani, ha un padre, un figlio e qualche amico che per lui sono quasi più importanti di una famiglia, o forse sono la sua vera famiglia. Non ha mai fatto nulla di eclatante per cambiare la sua routine, eppure è convinto che il destino potrebbe riservargli ancora qualche sorpresa.
Sin dai primi capitoli sappiamo che Hélène e Christophe sono destinati ad incontrarsi, loro, così diversi, così lontani e così vicini, in un turbinio di amicizie e conoscenze comuni che passano dalle scuole superiori sino alla vita più adulta. La loro canzone popolare, fatta di voci adolescenziali e musica anni ’90, forse è ancora attuale, almeno per fare da contorno ad una storia che ci accomuna: la paura di sbagliare e la fiducia che andrà comunque tutto bene; la tenerezza di un incontro e l’assoluta distanza di un arrivederci.
Un libro profondo, semplice, nostalgico, ma soprattutto reale.